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Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del MITE per credito di imposta per le imprese che hanno acquistato cargo bike nel 2021

Il provvedimento era atteso dal dicembre 2020. Saranno rimborsati, sotto forma di credito di imposta,  fino a 2000 euro per cargo bike acquistate nel 2021.
di Raffaele Di Marcello
30 aprile 2022
Con la legge 30 dicembre 2020, n. 178, recante «Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023» all’art. 1, comma 698, fu stabilito che, al fine di promuovere nuovi sistemi di mobilità sostenibile attraverso la definizione di processi di ottimizzazione della logistica in ambito urbano, venisse riconosciuta, alle microimprese e alle piccole imprese che svolgono attività di trasporto merci urbano di ultimo miglio, un credito d’imposta annuo nel limite massimo complessivo di 2 milioni di euro per l’anno 2021, nella misura massima del 30 per cento delle spese sostenute e documentate per l’acquisto di cargo bike e cargo bike a pedalata assistita fino a un importo massimo annuale di 2.000 euro per ciascuna impresa beneficiaria.
La stessa norma demandava ad un successivo decreto del Ministro della transizione ecologica, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e il Ministro dell’economia e delle finanze, la definizione dei criteri e delle modalità di applicazione e fruizione del suddetto credito d’imposta, anche con riguardo all’ammontare dello stesso.
Dopo un anno e mezzo è stato finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del MiTE sulle modalità del riconoscimento del credito di imposta per l’acquisto di cargo bike e cargo bike a pedalata assistita ai fini dell’ottimizzazione dei processi della logistica in ambito urbano.

L’incentivo, sotto forma di credito d’imposta, è riconosciuto alle microimprese e alle piccole imprese di cui alla raccomandazione 2003/361/CE della Commissione europea del 6 maggio 2003, che hanno acquistato cargo bike e cargo bike a pedalata assistita con i requisiti riportati all’art. 3 del Decreto, per l’effettuazione di trasporto merci urbano di ultimo miglio, da intendersi come trasporto in ambito urbano per la consegna di merci proprie o di terzi presso il cliente.

Il limite massimo complessivo dell’incentivo è di 2 milioni di euro per l’anno 2021, ed è concesso nella misura del 30 per cento delle spese sostenute e documentate per l’acquisto di cargo bike e cargo bike a pedalata assistita, fino a un importo massimo annuale di 2.000 euro per ciascuna impresa beneficiaria.

Ai fini del riconoscimento del credito d’imposta, in relazione alle spese sostenute nel 2021, le microimprese e piccole imprese interessate, entro il 30 giugno 2022, dovranno presentare al Ministero della transizione ecologica apposita istanza esclusivamente accedendo alla piattaforma informatica resa disponibile sul sito www.mite.gov.it alla data che sarà comunicata nella sezione news dello stesso sito istituzionale. Saranno accettate le domande, in ordine cronologico, fino all’esaurimento delle risorse complessivamente disponibili.

Quali sono i requisiti delle cargo bike?

Le cargo bike devono avere i seguenti requisiti:

a) essere conformi alle previsioni di cui all’art. 50 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (codice della strada), cioè assimilabili alle caratteristiche dei “velocipedi”;

b) essere adibite e predisposte dalla fabbrica al trasporto di merci;

c) essere equipaggiate con uno o più vani o superfici di carico merci chiaramente identificabili.

Inoltre, nelle more dell’entrata in vigore di specifica normativa tecnica di settore, oltre ai requisiti di cui sopra, le cargo bike e cargo bike a pedalata assistita dovranno soddisfare i seguenti ulteriori requisiti:

a) massa complessiva a pieno carico non superiore a:

1) 250 kg nel caso di veicolo isolato;

2) 300 kg nel caso di veicolo provvisto di rimorchio;

b) volume o superficie di carico complessivi uguali o maggiori a:

1) 200 dm³, nel caso di uno o piu’ vani di carico chiusi o a cassone;

2) 25 dm², nel caso di una o piu’ superfici di carico, eventualmente delimitate con sponde laterali ribassate.

Tali requisiti devono essere ricavabili dalla documentazione tecnica fornita dal produttore del veicolo.

Quali sono le criticità del provvedimento?

Come per l‘analogo credito di imposta per chi, nel 2020, ha acquistato una bicicletta o un monopattino a segguito di rottamazione di un veicolo, chi vuole fruire dell’agevolazione deve aver già acquistato la cargo bike nel 2021, tra l’altro senza conoscere le caratteristiche minime che sono state stabilite solo con l’attuale decreto.

Si rischia, quindi, che la platea dei beneficiari sia più scarsa di quanto possibile con le già esigue risorse che, se tutti richiedessero il credito di imposta massimo (2.000 euro), potrebbero “accontentare” solo 1.000 beneficiari, incentivando, comunque, un mercato che, in Italia, è ancora di nicchia, seppure in rapida espansione.

Non a caso si iniziano a trovare cargo bike in vendita anche presso grosse catene di rivenditori di articoli sportivi, oltre a sempre più produttori locali che hanno “fiutato” le potenzialità del mercato non solo per la logistica ma anche per il trasporto quotidiano di merci e persone anche per privati ed imprese di vari settori.

(foto Leonhard Lenz)

 

ComuniCiclabili FIAB: le rete si allarga (c’è anche Bari)

Bari, 9 aprile 2022

Bari è il primo capoluogo di regione del Sud Italia ad aderire a FIAB-ComuniCiclabli, il riconoscimento della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta che valuta il grado di ciclabilità dei territori e accompagna le amministrazioni nello sviluppo di politiche bike friendly. Una rete che arriva oggi a contare 161 comuni di ogni tipologia e dimensione lungo tutta la Penisola in cui vivono, complessivamente, 11 milioni di italiani, più del 19% della popolazione.

La consegna della bandiera gialla con 1 bike sime alla città di Bari e ad altri 9 comuni pugliesi, tra cui Giovinazzo e Mola di Bari (anche loro new entry nella rete di ComuniCiclabili con un punteggio di 2 bike smile) è avvenuta nel fine settimana al Politecnico di Bari nell’ambito dell’Assemblea Nazionale di FIAB e a conclusione di un tavola rotonda (“L’urgenza dell’indipendenza energetica: per una rapida trasformazione della mobilità”), che ha visto l’intervento tra gli altri del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, del Ministero dell’Istruzione e dell’ANCI-Associazione Nazionale Comuni Italiani.

«La stringente attualità lega la necessità di sviluppare una mobilità realmente sostenibile come quella in bicicletta alla questione della dipendenza energetica e di ‘non finanziamento’ alla guerra in corso. – dice Alessandro Tursi, presidente nazionale di FIAB appena rieletto – Proprio per questo, un mese fa abbiamo rivolto un accorato appello a tutti i sindaci d’Italia invitandoli ad avviare un percorso di transizione davvero ecologica e bike friendly».

Di fronte a questa nuova crisi – si legge nel testo della lettera di FIAB che è stata poi adottata a livello europeo attraverso ECF European Cyclists’ Federationvoi amministratori pubblici potete fare la differenza già nel breve termine e offrire finalmente  ai vostri cittadini la libertà di poter scegliere un modello di mobilità alternativa che già in tantissimi desiderano e che vorrebbero abbracciare, se solo le città diventassero più sicure e adatte alle persone”.

ComuniCiclabili: cinque anni di attività

FIAB-ComuniCiclabili è nato cinque anni fa per stimolare le amministrazioni locali nello sviluppo di politiche di mobilità ciclistica. Il riconoscimento attribuisce ai territori un punteggio da 1 a 5, assegnato sulla base di un’analisi oggettiva dei molteplici aspetti che interagiscono con la bicicletta quale mezzo di trasporto sostenibile.

Quattro, in sintesi, le aree di valutazione: mobilità urbana (ciclabili urbane/infrastrutture, moderazione traffico e velocità),  governance (politiche di mobilità urbana e servizi), comunicazione & promozione, cicloturismo.

La valutazione di quest’anno considera anche gli interventi previsti nel recente Decreto Semplificazioni come, ad esempio, il doppio senso ciclabile e le “strade ciclabili urbane” (cosiddette E-bis), oltre agli “itinerari ciclopedonali” (strade F-bis), che hanno una grande potenzialità in ottica pendolarismo e cicloturismo.

Il punteggio assegnato è indicato con il simbolo dei “bike smile” sulla  bandiera gialla di FIAB ComuniCiclabili consegnata al comune insieme al documento di valutazione in cui,  oltre alle motivazioni, sono riportati utili suggerimenti per l’amministrazione locale in merito a scelte da intraprendere e interventi da attuare per migliorare nel tempo il livello di ciclabilità già raggiunto. Ogni anno, infatti, FIAB verifica lo stato di tutti i comuni in rete e rinnova il punteggio assegnato, adeguandolo ai passi compiuti dalla singola amministrazione.

Accanto ai comuni pugliesi che hanno ritirato la bandiera gialla nel fine settimana, nei giorni scorsi si sono uniti alla rete altri due nuovi comuni – Silea (TV) 2 bike smile e Tocco da Casauria (PE) 1 bike smile – mentre tra i comuni ciclabili già in rete (che hanno presentato i dati aggiornati per la valutazione 2022 e hanno ricevuto la bandiera gialla con il nuovo punteggio) meritano di essere citate Ravenna che, grazie a un nuovo slancio, ha riconquistato i 5 bike smile dopo la retrocessione a 4 lo scorso anno; Merano (BZ) che passa da 4 a 5 bike smile; e Mogliano Veneto (TV) con la promozione da 1 a 2 bike smile. Il massimo punteggio di 5 bike smile è stato confermato anche per Arborea (OR) unico comune della Sardegnain retee per Cavallino-Treporti (VE), una delle regioni sulla quale ad oggi sventola il maggior numero di bandiere gialle FIAB-ComuneCiclabile, ben 27.

«La transizione ecologica deve necessariamente partire da un cambio di paradigma culturale anche in tema di mobilità e le scelte delle amministrazioni sono fondamentali in questo percorso – ha concluso Alessandro TursiCon il progetto ComuniCiclabili vogliamo coinvolgere e indirizzare in modo propositivo le amministrazioni più volenterose mettendo a disposizione le nostre competenze e l’esperienza trentennale di FIAB in materia di mobilità ciclistica, non solo per la valutazione oggettiva del grado di ciclabilità del singolo territorio, ma per essere di supporto anche attraverso percorsi formativi tematici, a cura della Scuola dei ComuniCiclabili».

 

ComuniCiclabili edizione 2022: cinque nuovi Comuni entrano nella rete per un totale di 156.

Giunta alla quinta edizione l’iniziativa FIAB ComuniCiclabili – il riconoscimento della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta che valuta il grado di ciclabilità dei territori e accompagna le amministrazioni nello sviluppo di politiche bike friendly – apre il 2022 con 5 nuovi ingressi per un totale di 156 territori italiani in rete.

LE NUOVE BANDIERE GIALLE

Tra i comuni che hanno ricevuto il riconoscimento durante la cerimonia, tenutasi online venerdi 28 gennaio, spicca L’Aquila (ottavo capoluogo regionale a entrare in ComuniCiclabili) con un punteggio di 2 bike smile “grazie, soprattutto, all’azione di governance a tutto campo che include il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), il Biciplan, l’ufficio biciclette, gli incentivi comunali alle e-bike e il mobility management che ingloba i piani di spostamento casa-lavoro del comune e di diverse aziende”, si legge nel giudizio che accompagna il riconoscimento.

Le altre nuove adesioni riguardano Campo San Martino (PD), Fossalta di Piave (VE), Montereale Valcellina (PN) e Porto San Giorgio (FM).

LA VALUTAZIONE

Il progetto FIAB ComuniCiclabili è nato per stimolare le amministrazioni locali nello sviluppo di politiche di mobilità ciclistica: scelte fondamentali per il buon esito della transizione virtuosa delle nostre città. Il riconoscimento attribuisce ai territori un punteggio da 1 a 5, assegnato sulla base di un’analisi oggettiva dei molteplici aspetti che interagiscono con la bicicletta quale mezzo di trasporto sostenibile. Quattro, in sintesi, le aree di valutazione: mobilità urbana (ciclabili urbane/infrastrutture, moderazione traffico e velocità), governance (politiche di mobilità urbana e servizi), comunicazione & promozione, cicloturismo.

La valutazione di quest’anno considera anche gli interventi previsti nel recente Decreto Semplificazioni come, ad esempio, il doppio senso ciclabile, le strade ciclabili urbane (cosiddette E-bis) e gli itinerari ciclopedonali (strade F-bis), che hanno una grande potenzialità in ottica pendolarismo e cicloturismo.

I BIKE SMILE

Il punteggio assegnato è indicato con il simbolo dei bike smile sulla bandiera gialla di FIAB ComuniCiclabili consegnata al comune insieme al documento di valutazione in cui, oltre alle motivazioni, sono riportati utili suggerimenti per l’amministrazione locale in merito a scelte da intraprendere e interventi da attuare per migliorare nel tempo il livello di ciclabilità già raggiunto. Ogni anno, infatti, FIAB verifica lo stato di tutti i comuni in rete e rinnova il punteggio assegnato, adeguandolo ai passi compiuti dalla singola amministrazione.

LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

Secondo Alessandro Tursi, presidente FIAB, un cambio di paradigma culturale in tema di mobilità è fondamentale nell’ottica di un’efficace transizione ecologica: “Con il progetto ComuniCiclabili vogliamo coinvolgere e indirizzare in modo propositivo le amministrazioni più volenterose mettendo a disposizione le nostre competenze e l’esperienza trentennale di FIAB in materia di mobilità ciclistica, non solo per la valutazione oggettiva del grado di ciclabilità del singolo territorio, ma per essere di supporto anche attraverso percorsi formativi tematici, a cura della Scuola dei ComuniCiclabili”.

Il 28 gennaio, ad esempio, in occasione della consegna virtuale delle prime nuove bandiere gialle 2022, tutti i comuni in rete hanno potuto partecipare a due momenti formativi dedicati al Bike-to-Work.

PER CANDIDARSI

L’edizione 2022 di FIAB ComuniCiclabili continua: i territori che desiderano aderire hanno tempo fino al 31 marzo per candidarsi secondo le modalità riportate sul sito ComuniCiclabili e per ricevere la bandiera gialla prima dell’estate.

ComuniCiclabili a Urbanpromo – Progetti per il Paese

Dal 16 al 19 novembre 2021 si tiene a Milano, presso il MEET – Digital Culture Center, Fondazione Cariplo, la XVIII edizione di “Urbanpromo Progetti per il Paese”, organizzata da INU – Istituto Nazionale di Urbanistica, e URBIT –  Urbanistica Italiana Srl.

Nella cornice della rigenerazione urbana e del partenariato pubblico privato, sono presentati progetti e iniziative che spiccano nel panorama nazionale per il forte carattere innovativo dei loro approcci e dei loro contenuti. A presentarli sono i loro protagonisti: promotori pubblici e privati, progettisti, gestori.

In questa prestigiosa cornice, martedi 16 novembre, dalle 9.30 alle 13.30, si terrà, sulla piattaforma Zoom, un seminario sul tema “Mobilità attiva per la qualità di città e territori”, a cura di Iginio Rossi e Francesco Sbetti.

L’emergenza vissuta negli ultimi due anni ha messo in evidenza ancora maggiormente il ruolo determinante degli spostamenti, in particolare delle persone, nei riguardi del funzionamento urbano e della qualità della vita. La mobilità ha di conseguenza assunto pesi e ruoli complessi e articolati che l’hanno spostata dall’essere una funzione specialistica o peggio settoriale nell’impianto pianificatorio e progettuale dello spazio urbano e territoriale. Il sistema della mobilità è un sinonimo del sistema dell’abitare: ambedue per essere efficienti implicano coerenza con integrazione, inclusione, bene-essere, ecc. In questo contesto culturale è evidente come la mobilità attiva (pedonale e ciclabile) possa incidere profondamente sulla qualità complessiva della vita individuale e collettiva. L’incremento delle infrastrutture che ne consentono lo svolgimento, la crescita e la diffusione è una delle azioni prioritarie di questo nostro periodo di adeguamento, cambiamento, transizione ecologica delle città. Più in generale la mobilità attiva può diventare uno dei principali “giacimenti per produrre” rigenerazione urbana e sostenibilità. Ma affinché ciò possa avvenire occorre agire con politiche, strategie e strumenti connessi e aggiornati nonché in grado di trattare lo spazio pubblico con quella sensibilità necessaria a renderlo fruibile dalle forme di mobilità attiva.L’incontro promosso da INU-URBIT in collaborazione con FIAB-ComuniCiclabili attraverso l’approfondimento di studiosi e l’esposizione di casi virtuosi consentirà di definire meglio l’agenda delle priorità che già si stanno delineando nel Paese grazie alle nuove azioni messe in atto da molti Comuni e che riguardano: l’integrazione del quadro politico e strategico in cui si collocano gli interventi di mobilità attiva; la trasformazione d’uso delle aree a parcheggio dei veicoli inquinanti; l’aggiornamento degli standard urbanistici in più efficienti standard prestazionali. In conclusione verrà proposto da INU-URBIT-FIAB un manifesto della mobilità attiva per la transizione ecologica delle città.


PROGRAMMA

Motivazioni e attese:
Iginio Rossi, INU-URBIT

Alcune esperienze per la qualità urbana e territoriale

“Mobilità Ciclistica: dalla pianificazione agli investimenti sulla rete cicloviaria”
Nadia Bellomo, Posizione Organizzativa Pianificazione Strategica, Città Metropolitana di Firenze

“Cura della città e sostenibilità”
Paolo Gandolfi, Direttore Area Sviluppo territoriale PG, Comune di Reggio Emilia

“Programma di riuso di aree a parcheggio per attrezzature green-smart-mobilità attiva”
Fabio Finocchiaro, Dirigente Mobilità sostenibile, Comune di Catania

Un manifesto della mobilità attiva per la transizione ecologica delle città

“Rigenerare i parcheggi, una nuova opportunità per le città”
Francesco Sbetti, INU-URBIT

“La mobilità ciclabile per la rigenerazione urbana”
Alessandro Tursi, Presidente FIAB

“Ripartire dalle città secondo natura”
Dante Caserta, Vice Presidente WWF

“Verso una nuova legge di principi per il governo del territorio”
Paolo La Greca, Presidente Centro Nazionale di Studi Urbanistici

Interazione con le chat:
Barbara Chiarelli, Università degli Studi di Trieste

Per iscrizione cliccare QUI.

Il mobility manager alla prova del green pass

di Raffaele Di Marcello

La figura del “responsabile della mobilità aziendale”, meglio conosciuto come “mobility manager”, è stata introdotta dal Decreto del Ministero dell’Ambiente del 27 marzo 1998 (Decreto Ronchi), che l’ha resa obbligatoria per le imprese e gli enti pubblici con singole unità locali con più di 300 dipendenti e le imprese con complessivamente più di 800 addetti ubicate in comuni compresi nelle zone a rischio di inquinamento atmosferico individuate dal Ministero stesso e dalle Regioni. Un obbligo, per lo più disatteso, recentemente rilanciato da Decreto Legge n. 34/2020, convertito con la Legge n. 77/2020, che ha ampliato la platea degli Enti e delle Aziende tenute a dotarsi di tale figura, riferendo l’obbligo alle imprese e le pubbliche amministrazioni con più di 100 dipendenti ubicate in:

  • un capoluogo di regione,
  • una città metropolitana,
  • un capoluogo di provincia,
  • un comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti.

Al fine della verifica della soglia dei 100 dipendenti in ogni singola unità locale si considerano come dipendenti le persone che, seppur dipendenti di altre imprese e pubbliche amministrazioni, operano stabilmente, ovvero con presenza quotidiana continuativa, presso la medesima unità locale in virtù di contratti di appalto di servizi o di forme quali distacco, comando o altro.

Con successivo Decreto del 12 maggio 2021, il Ministero della Transizione Ecologica ha emanato le “Modalità attuative delle disposizioni relative alla figura del mobility manager”, specificando che le imprese e le pubbliche amministrazioni che non rientrano tra quelle previste dal precedente Decreto, possono comunque procedere facoltativamente alla nomina del responsabile della mobilità aziendale e che i Comuni obbligati a tale nomina devono anche individuare il mobility manager dell’area, svolgente funzioni di raccordo tra i mobility manager di enti, aziende e scuole ricadenti nel loro territorio, con compiti di supporto agli stessi nella definizione e implementazione di politiche di mobilità sostenibile.

I vari provvedimenti normativi che si sono succeduti nel tempo hanno sempre fissato la data del 31 dicembre di ogni anno come termine per la redazione di tali piani, ma per quest’anno il Decreto del Ministero della Transizione Ecologica del 12 maggio 2021, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.124 del 26 maggio 2021, anticipa tale scadenza al 23 novembre 2021, dando poi 15 giorni per la consegna al Comune ove ricade l’azienda o l’ente obbligato a produrre il PSCL.

Il Comune, successivamente, con il supporto del mobility manager d’area, dovrà individuare (e la normativa non indica in che tempi), d’intesa con il mobility manager aziendale che ha prestato la propria attività a supporto dell’adozione dello specifico PSCL, eventuali modifiche al Piano, e potrà stipulare con l’impresa o la pubblica amministrazione che lo ha adottato, intese e accordi per una migliore implementazione dello strumento di pianificazione degli spostamenti casa-lavoro.

Il mancato rispetto di tali scadenze, in realtà, non prevede alcuna sanzione o penalità, ma è quanto è scritto nella normativa vigente.

Unico aspetto rilevante è che i Piani degli Spostamenti Casa-Lavoro adottati dopo la data del 23 novembre dovranno, obbligatoriamente, seguire le Linee guida emanate con Decreto dirigenziale del Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili n. 209 del 04/08/2021.

Ma la scadenza del 23 novembre assume un’altra importanza alla luce delle “Linee guida in materia di condotta delle Pubbliche Amministrazioni per l’applicazione della disciplina in materia di obbligo di possesso e di esibizione della certificazione verde Covid-19 da parte del personale”, contenute nel DPCM firmato dal presidente Draghi il 12 ottobre, che prevedono una maggiore flessibilità in entrata ed in uscita dal posto di lavoro del personale delle Pubbliche Amministrazioni.

In questa prospettiva, e nell’ottica di agevolare gli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente, anche con modalità sostenibili, le linee guida dispongono che i mobility manager aziendali delle pubbliche amministrazioni dovranno elaborare i piani degli spostamenti casa-lavoro (PSCL) di propria competenza tenendo conto delle disposizioni relative all’ampliamento delle fasce di ingresso e uscita dalle sedi di lavoro sopra mentre i Comuni, tramite i propri mobility manager d’area, dovranno svolgere un’azione di raccordo costante e continuativo con i mobility manager aziendali, non solo per le finalità dettate dall’articolo 6 del decreto interministeriale 12 maggio 2021, ma anche per la verifica complessiva e coordinata dell’implementazione dei PSCL e l’identificazione e la promozione di azioni di miglioramento complessivo dell’offerta di mobilità sul territorio di riferimento alla luce delle nuove fasce di ingresso e uscita dalle sedi di lavoro.

Infine, anche sulla base delle informazioni acquisite nelle fasi di programmazione e di verifica dell’implementazione dei PSCL, le Regioni e gli enti locali competenti ai sensi del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422, dovranno emanare apposite disposizioni finalizzate ad adeguare tempestivamente i piani di trasporto pubblico locale alle nuove fasce di flessibilità delle pubbliche amministrazioni.

Riusciranno i Mobility Manager ad elaborare i PSCL con le nuove disposizioni entro il 23 novembre? E dove il Mobility Manager non è stato nominato, per inadempimento o non esistenza dell’obbligo, e, quindi, non esiste il Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro, cosa accadrà? Le prossime settimane, forse, porteranno una risposta.

Firmato Protocollo tra Ministero e Fiab per promuovere la mobilità sostenibile nelle scuole

Promuovere la mobilità sostenibile, in bicicletta e a piedi, delle studentesse, degli studenti e del personale scolastico attraverso progetti e iniziative congiunti. Prevenire e contrastare comportamenti scorretti in materia di sicurezza stradale. Promuovere corretti stili di vita. Questi gli obiettivi del Protocollo d’Intesa sottoscritto oggi tra il Ministero dell’Istruzione e Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), alla presenza del Ministro Patrizio Bianchi e del Presidente Alessandro Tursi.

Il Protocollo promuove la cooperazione per la realizzazione di attività che migliorino la qualità della formazione di alunni e personale in termini di salute, sicurezza e sostenibilità della mobilità.

Mobility Manager scolastico, in arrivo il sito per monitorare e incentivare il bike to school

4 ottobre 2021

di Raffaele Di Marcello

Il mobility manager scolastico è una figura, scelta su base volontaria, che ogni scuola può nominare per organizzare, attraverso il piano degli spostamenti casa-scuola, la mobilità di personale scolastico e studenti. Introdotto dalla legge 221 del 28 dicembre 2015, entrata in vigore il 2 febbraio 2016, il mobility manager scolastico, secondo l’articolo 5, comma 6, della norma, è una figura professionale scelta su base volontaria e senza riduzione del carico didattico, in coerenza con il piano dell’offerta formativa, con l’ordinamento scolastico e tenuto conto dell’organizzazione didattica esistente, da individuare tra il personale docente.

Mobility Manager scolastico: cosa fa

Numerose, e importanti, le competenze di tale figura: deve sapere organizzare e coordinare gli spostamenti casa-scuola-casa del personale scolastico e degli studenti; mantenere i collegamenti con le strutture comunali e le aziende di trasporto; coordinarsi con gli altri istituti scolastici presenti nel medesimo comune; verificare soluzioni, con il supporto delle aziende che gestiscono i servizi di trasporto locale, su gomma e su ferro, per il miglioramento dei servizi e l’integrazione degli stessi; garantire l’intermodalità e l’interscambio; favorire l’utilizzo della bicicletta e di servizi di noleggio di veicoli elettrici o a basso impatto ambientale; segnalare all’ufficio scolastico regionale eventuali problemi legati al trasporto dei disabili.

La legge del 2015 prevedeva anche che, entro l’inizio di aprile 2016, fossero emanate dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, sentiti per i profili di competenza i Ministri delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (già Ministro delle infrastrutture e trasporti) e della transizione ecologica (già Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare), specifiche linee guida per favorire l’istituzione del manager scolastico. Ma, ad oggi, di tale documento non vi è traccia.

Un portale web in cantiere

Qualcosa, a soccorso dei docenti nominati per tale incarico, sembra però essere in arrivo. Infatti la sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia, in un intervista al Corriere della Sera, in merito agli spostamenti casa-scuola ha annunciato: «È questa una delle criticità che restano in questo inizio di anno. Dalla fine di settembre alcune scuole in via sperimentale (da dicembre sarà disponibile per tutte le altre) potranno accedere al portale “della mobilità green” non solo per promuovere percorsi di mobilità sostenibile agli studenti ma anche per conoscere i flussi di insegnanti e studenti. Questo strumento servirà per segnalare criticità agli enti locali, chiedere potenziamenti di linee urbane e anche organizzare gli orari delle classi in questo periodo di emergenza».

In un’altra intervista pubblicata sul sito OrizzonteScuola la stessa sottosegretaria ha dichiarato:

«Ho personalmente lavorato ad un progetto che metterà a disposizione di tutte le scuole italiane in tempi brevi un software in grado di supportare i mobility manager scolastici nella gestione dei flussi casa-scuola-casa. Grazie a questo strumento si potrà disporre di un quadro chiaro ed immediato dei flussi che interessano quel determinato istituto e suggerire percorsi di mobilità alternativa, sostenibile, “dolce”, che oltre a mirare all’obiettivo della sostenibilità potranno consentire insieme ad altre misure un minor carico in capo al trasporto pubblico locale – aggiungendo –  Inoltre questo strumento consentirà di suggerire agli Enti locali l’eventuale implementazione di reti di trasporto pubblico locale ed urbano oltre alla creazione di percorsi da e verso la scuola nei casi in cui questi manchino, evidenziando in particolare eventuali criticità per ciò che riguarda il trasporto di persone con disabilità. Sperimenteremo a stretto giro questo strumento e lo metteremo a disposizione entro l’anno di tutte le scuole».

Un supporto utile, quindi, per i mobility manager scolastici, che potranno predisporre i piani degli spostamenti casa-scuola avvalendosi di tale software e anche delle recenti linee guida per la redazione e implementazione dei piani degli spostamenti casa-lavoro, emanate dal Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili che, pur non essendo specifiche per le scuole, forniscono, comunque, riferimenti preziosi per la costruzione del piano degli spostamenti casa-scuola.

La linea FIAB

Come FIAB confidiamo che la figura del mobility manager scolastico, per tutte le scuole di ogni ordine e grado, e per le università, diventi strutturale e obbligatorio, fornendo, a livello ministeriale, tutti gli strumenti necessari agli istituti scolastici e agli atenei, riconoscendo, a chi viene investito di tale ruolo, una specifica professionalità adeguatamente inquadrata nell’organizzazione scolastica, anche a livello retributivo.

Novellara conquista la bandiera di ’Comune ciclabile’

Novellara è ufficialmente un ’Comune ciciblabile’. Il sindaco Elena Carletti ha ricevuto martedì 21 settembre la specifica bandiera, all’interno delle iniziative promosse nella settimana europea della sostenibilità, in un progetto di Fiab-comuni ciclabili, che coinvolge 151 città in tutta Italia. Si tratta di momenti formativi d’alto livello sulle tematiche della ciclabilità e di importanti occasioni di interscambio e condivisione di esperienze con gli altri comuni della rete.

Loano ottiene per la quarta volta il riconoscimento di “Comune Ciclabile” e lancia il progetto Bicibus

Si è tenuta lunedì 20 settembre nella sede di Regione Liguria la cerimonia di consegna della bandiera che la Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) assegna ogni anno ai “Comuni Ciclabili”.

Nel 2021 Loano ha ottenuto tale riconoscimento per il quarto anno consecutivo per aver messo in pratica politiche per l’incentivazione della mobilità in bicicletta, perché “una città a misura di bicicletta è prima di tutto una città per le persone”. A ritirare il premio dalle mani dei rappresentanti di Fiab per il nordovest e per la Liguria, c’era il comandante della polizia locale loanese Gianluigi Soro.

Nato nel 2017, il progetto “Comuni Ciclabili” Fiab valuta il grado di ciclabilità dei comuni, vale a dire quell’insieme di infrastrutture e azioni che li rendono adatti ad essere vissuti e visitati in bicicletta, un strumento utile ai cittadini e ai turisti. Questi ultimi hanno sempre più necessità di uno strumento autorevole che permetta di confrontare, con criteri omogenei, quanto una località sia realmente a misura di bicicletta. Obiettivo principale dell’iniziativa “Comuni Ciclabili”, dunque, è quello di sostenere e accompagnare le amministrazioni locali nelle loro politiche bike-friendly e nell’impegno per lo sviluppo di una mobilità sostenibile.

La quarta edizione di ComuniCiclabili si è chiusa con un network che conta ormai più di 150 città in tutta Italia. Non soltanto i piccoli centri, che hanno attuato pratiche virtuose e di livello europeo, ma anche decine di capoluoghi e le più grandi realtà come Milano, Roma, Torino, Bologna e Firenze. Con questa iniziativa Fiab vuole stimolare lo sviluppo di politiche ciclabili da parte delle amministrazioni.

Mira, Fiab consegna la bandiera di Comune ciclabile

Mira è Comune ciclabile con il riconoscimento di due Bike smile. Domenica 19 settembre, in occasione della manifestazione “Biciclettata in laguna”, che ha visto molti ciclisti raggiungere la località di Giare in sella alle proprie due ruote, nell’ambito degli eventi promossi dalla Consulta della cultura, Fiab – Federazione italiana Ambiente e Bicicletta – ha consegnato nei pressi del municipio la bandiera gialla di Comune ciclabile, passata dalle mani della presidente e vicepresidente dell’associazione, Morena Pavan e Silvana Zanon, a quelle dell’assessore alla Mobilità Maurizio Barberini.

“Quest’Amministrazione comunale – ha dichiarato quest’ultimo – si è molto impegnata per rendere il nostro territorio sempre più ciclabile, sviluppando la rete dei percorsi in sicurezza per le bici e raccordando alcuni di quelli già esistenti. Due numeri su tutti: siamo arrivati al traguardo dei primi 30 chilometri di piste ciclabili e abbiamo investito 250 mila euro nell’ultimo biennio. Ringrazio la Fiab per il lavoro che fa da anni, prezioso in termini di segnalazioni e proposte, per rendere Mira ancora più ciclabile e alla portata dei ciclisti”.

“Ringraziamo il Comune per l’impegno riconosciuto con i due Bike smile – ha affermato Zanon per conto di Fiab – Noi siamo a disposizione per sostenere i progetti di ulteriore implementazione della rete ciclabile. Lo stesso network dei Comuni ciclabili è un progetto che intende stimolare politiche di incentivazione dell’uso della bici nella vita ordinaria e del cicloturismo. Riteniamo indispensabile aumentare la campagna di educazione e di sensibilizzazione. Anche i controlli sul territorio sono importanti. Inoltre, fare rete tra enti locali, associazioni e cittadini è strategico. In questi mesi abbiamo raccolto 2.651 firme per una città in cui tutti possano muoversi a piedi e in bicicletta, in autonomia, indipendenza e sicurezza”.

Fiab annuncia che anche a Mira, come già avviene in altre città, verrà organizzata il “Conta ciclisti”, il conteggio delle persone che transitano sulle due ruote, nell’arco dell’intera giornata, in alcuni punti strategici della rete stradale locale.

“Ricordiamo – sottolinea l’assessore Barberini – che abbiamo avviato la sperimentazione della chiusura domenicale di un tratto della Bassa. Abbiamo già detto, e ribadiamo, che il sogno è arrivare ad avere in dotazione una pista ciclabile lungo tutta la Riviera del Brenta. Su questo il nostro sindaco, che è anche presidente della Conferenza dei sindaci della stessa Riviera, sta lavorando in prima persona con gli altri primi cittadini. L’auspicio è che la Regione e la Città metropolitana ci aiutino a percorrere sempre di più questa direzione: la ciclabilità è importante nel quotidiano, ma anche per sostenere un turismo più lento, a contatto con la natura straordinaria di questi nostri luoghi, che può diventare un elemento importante per il sistema di accoglienza e ricettivo e di supporto all’economia locale”.