Archivio per Categoria Ciclabili

Notizie dai ComuniCiclabili: Arezzo. Nuova pista ciclabile.

Arezzo. Terminati i lavori di realizzazione della pista ciclabile in via Pisacane.

Si aggiunge ai percorsi già realizzati in via Mecenate, via Giotto, via Leoni e via Alfieri. Entro maggio realizzato un ulteriore stralcio.

Si tratta di opere previste nel quadro del Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola casa-lavoro, predisposto dal ministero dell’Ambiente, che cofinanzia progetti di uno o più enti locali con popolazione superiore a 100.000 abitanti.

“Il Comune di Arezzo – ha specificato il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini – ha stipulato, nell’ambito di questo programma e in vista dell’ottenimento dei relativi finanziamenti una partnership con il Comune di Grosseto. A novembre 2017, dal ministero dell’Ambiente è giunto il definitivo via libera al nostro Piano operativo di dettaglio che prevede la realizzazione di percorsi ciclabili con particolare attenzione a quelli che garantiscono la ricucitura della rete esistente e ai tratti vicini ai plessi scolastici”.

I lavori sono stati appaltati in quattro stralci: quelli relativi al primo, conclusi nel novembre scorso, comprendono i tratti di via Mecenate, via Giotto e parcheggio Baldaccio – parcheggio Rossellino – via Leone Leoni. Completati a dicembre 2019 anche quelli del secondo stralcio relativi al tratto di via Alfieri. I lavori per la realizzazione del terzo stralcio comprendevano, per l’appunto, via Pisacane e largo Pieraccini. C’è infine un quarto stralcio in via Benedetto da Maiano tra la scuola di via Tricca e la chiesa di Santa Maria delle Grazie: il cantiere è attualmente in corso e, salvo imprevisti, vedrà la conclusione entro il 9 maggio. Il complesso dei lavori avrà un costo totale di circa 625.000 euro di cui il 60% a carico del ministero e il restante 40% a carico dell’amministrazione comunale.
La pista ciclabile è bidirezionale, larga 2 metri e mezzo, dotata di segnaletica orizzontale e verticale e con un impianto di illuminazione per le ore serali e notturne. Nuovi corpi illuminanti sono stati installati in corrispondenza dei limitrofi attraversamenti pedonali.

“Siamo ‘bandiera gialla’ della Fiab dallo scorso autunno – ha concluso Gamurrini – quando Arezzo è diventata parte integrante della rete ComuniCiclabili e della grande famiglia della ciclabilità italiana. Continueremo a onorare questo riconoscimento non a parole ma con i fatti in nome della mobilità sostenibile e della scelta della bici come mezzo di trasporto”.

Notizie dai ComuniCiclabili: Martinsicuro – partono le procedure per la nuova pista ciclabile

Martinsicuro. Prende avvio il percorso di realizzazione della nuova pista ciclabile della riviera di Martinsicuro. Dopo l’approvazione del progetto esecutivo da parte della giunta comunale, la struttura tecnica dell’Ente ha già avviato le procedure per la gara di appalto.

 

Gara d’appalto che sarà a procedura negoziata sotto soglia, con l’invito di un numero di ditte non inferiore a 15. Nello specifico si tratta del completamento del progetto regionale “Bike to coast” che interesserà la parte centrale del lungomare di Martinsicuro. Uno sviluppo di circa 400 metri: dalla rotonda Las Palmas fino all’innesto con via Silone. Il progetto, del costo complessivo di 980mila euro, è stato finanziato dalla Regione per 730mila euro (attraverso il Masterplan) e la restante parte con fondi comunali, attraverso la contrazione di un mutuo.

L’obiettivo, ovviamente, è quello di completare l’opera per la prossima stagione turistica, in modo da presentare una veste nuova alla parte centrale della riviera per la bella stagione.

Per gli elaborati di progetto si veda QUI.

Per la documentazione di gara si veda QUI.

FONTE: cityrumors.it – comune di Martinsicuro

Il documentario della Bicistaffetta FIAB 2019 sulla “Ciclovia degli Appennini”

Un film che racconta il vero spirito della Bicistaffetta. Il videomaker Loreto Valente (trovate tutti i suoi video su YouTube) ha pedalato nel centro Italia, nelle ultime tappe della 19esima edizione, insieme agli ambasciatori del cicloturismo per incontrare amministratori e attori del territorio. Il documentario sulla ciclovia degli Appennini è il racconto per immagini e testimonianze disponibile su YouTube che racconta uno dei più importanti appuntamenti annuali di FIAB.

Loreto Valente ha riassunto così un’esperienza che ha immerso i cicloturisti FIAB nel cuore dell’Italia: “Abbiamo solcato un Appennino di storia e di bellezza, con donne e uomini che sopportano terremoti da secoli, ai quali abbiamo fatto una promessa, quella di portare il cicloturismo dalle loro parti”. Perché, come da sempre sostiene FIAB, un viaggio in bicicletta rappresenta un’occasione di sviluppo soprattutto per quella che in una precedente edizione della Bicistaffetta è stata definita l’Italia fuori rotta, lontana dalle rotte del turismo di massa, dove si custodiscono gemme preziose di storia e arte che la bicicletta aiuta a scoprire e valorizzare.

Potete visionare il documentario integrale sul sito web FIAB al seguente LINK.

Nel film realizzato da Loreto Valente ascolterete non solo le voci dei rappresentanti FIAB che hanno viaggiato tra Toscana e Abruzzo, testando strade e percorsi, ma anche quelle di chi vive e resiste in città ferite come Amatrice e Norcia, dove abbiamo incontrato amministrazioni e cittadini. La Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta ringrazia di cuore Loreto Valente, un videomaker appassionato di cicloturismo, che ha restituito con il suo film l’impegno, le competenze e la passione che gli ambasciatori del cicloturismo FIAB portano con sé ogni anno.

Si concretizza il Sistema Nazionale delle Ciclovie turistiche. Approvato il Decreto per la progettazione e la realizzazione

di Raffaele Di Marcello

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale, n. 18 – serie generale – del 22/01/2019, il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, relativo alla “Progettazione e realizzazione di un sistema nazionale di ciclovie turistiche”.

L’atteso provvedimento conferma le risorse già stanziate dall’art. 1, comma 640, della Legge 28 dicembre 2015 n. 208, pari a 361.780.679,60 euro, e stablisce le modalità di individuazione e di realizzazione degli intervent, interventi che saranno gestiti dalla Regioni e dalle Province autonome interessate, a seguito di specifici protocolli di intesa tra le stesse ed il Ministero.

Per la ripartizione delle risorse il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti attende l’invio da parte delle Regioni degli studi di fattibilità, finanziati con circa 5 milioni di euro nel maggio 2017, che dovrà avvenire entro il 31 dicembre di quest’anno.

Le ciclovie interessate sono:

  • dell’Acquedotto pugliese (da Caposele (AV) a Santa Maria di Leuca (LE);
  • del Vento (Venezia-Torino);
  • del Sole (Verona-Firenze);
  • Adriatica (Da Chioggia (VE) a Santa Maria di Leuca (LE)), originariamente prevista fino al Gargano e poi prolungata su richiesta della Conferenza delle Regioni;
  • Tirrenica (Da Ventimiglia (IM) a Roma (RM));
  • della Sardegna(Cagliari – Bosa – Portotorres – Alghero – Santa Teresa – Dorgali – Illorai – Quartu S. Elena);
  • della Magna Grecia (Da Lagonegro (PZ) a Pachino (SR));
  • Trieste-Lignano Sabbiadoro-Venezia (Da Trieste a Venezia);
  • del Garda (Da Peschiera del Garda (VR) a Peschiera del Garda (VR));
  • Grab di Roma, il Grande raccordo ciclabile.

Il Decreto contiene anche, all’allegato 4, i requisiti di pianificazione e gli standard tecnici di progettazione delle Ciclovie.

I requisiti che devono essere posseduti dalle Ciclovie sono stati distinti in “requisiti di pianificazione”, che ricomprendono gli elementi territoriali, naturali e/o antropici, che costituiscono il quadro di riferimento propedeutico alla progettazione, e “standard tecnici di progettazione”, a loro volta suddivisi in ulteriori sotto-requisiti definiti con tre livelli: minimo, buono ed ottimo.

Previsto anche il modello della segnaletica di indicazione e informazione, che viene uniformata per tutte le Ciclovie e, si spera, che verrà adottata anche per i percorsi ciclabili non appartenenti al Sistema delle Ciclovie Nazionali (magari inserendolo nel Codice della Strada e nel relativo regolamento).

Non resta che aspettare l’avvio dei lavori per vedere, finalmente, iniziata quella che FIAB aveva già individutato come rete ciclistica nazionale BicItalia, che doterebbe il nostro Paese di una infrastruttura fondamentale per il turismo e per la mobilità sostenibile.

Regione Marche. Rete Ciclistica Regionale: stanziati 46,3 milioni di euro per collegare entroterra e costa.

di Raffaele Di Marcello

Uno sviluppo “a pettine” che collega le aree interne con la fascia costiera. È lo schema della Rete ciclabile regionale per lo sviluppo della mobilità ciclistica marchigiana, analogo a quello abruzzese (per il quale, però, i finanziamenti previsti con il Masterplan Abruzzo, sono stati dirottati verso altere opere). È stato illustrato, venerdi 21 settembre, in conferenza stampa, dal presidente Luca Ceriscioli e dalla vicepresidente Anna Casini, in occasione della Settimana europea della mobilità sostenibile. Prevede un investimento di 46,3 milioni di euro che consentirà la realizzazione di ulteriori 247 km di ciclabile, per un totale di 432 km di percorsi disponibili: più del doppio di quelli già esistenti (162 km).
Si tratta di un bel salto di qualità. Fa delle Marche una regione importante che sa coniugare un paesaggio straordinario a una mobilità dolce che si lega perfettamente alla bellezza del territorio”, ha commentato il presidente Luca Ceriscioli. “Nelle Marche si parte con un piano veramente ambizioso e, inoltre, siamo capofila nella realizzazione della Ciclovia adriatica: nella pianificazione nazionale, rappresenta una infrastruttura con pari dignità rispetto a quelle viarie tradizionali. Unisce Trieste a Santa Maria di Leuca, in Puglia, con uno sviluppo di 1.300 Km e il coinvolgimento di sette regioni adriatiche. Per i collegamenti a pettine verso l’interno, la Regione sarà a fianco dei Comuni sia nella progettazione che nella realizzazione. Inoltre i Rup (Responsabili unici del procedimento) saranno dipendenti regionali”, ha ribadito la vicepresidente Anna Casini.
Quello avviato dalle Marche, ha proseguito Ceriscioli, “è un progetto complessivo, di rete, molto ampio, che segna un cambiamento profondo di strategia e di sviluppo: non si tratta più di realizzare un tratto che collega due punti mappali, ma una vera e propria rete che va a unire gran parte del territorio. Raddoppiamo i tracciati esistenti con un progetto ulteriormente implementabile fino alla completa realizzazione dei percorsi. Costruiamo un’opportunità importante per il turismo, collegando le bellezze delle aree interne all’attrattività della costa. Sono piste che ci parlano d’ambiente, senza impattare sulla sostenibilità”. È anche un “modo democratico – ha concluso il presidente – di convivere con la bicicletta, perché permette alle persone di tutte l’età di utilizzarla. I 432 km di percorsi presto disponibili coprono la stessa distanza che c’è tra Ancona e Milano o con Bari o Napoli. Distanze, all’interno delle Marche, da percorrere con la velocità della bici, ideale per gustare le bellezze del territorio”.
Il progetto di ciclovia delle Marche, ha evidenziato Anna Casini, “si sposa bene con l’obiettivo regionale di puntare sulla qualità, sia se si parla di agricoltura o paesaggio, che dei centri storici e di mobilità. Il sistema Marche si sta delineando secondo le direttrici che l’amministrazione regionale ha progettato nel suo programma di governo”. Il sistema delle ciclovie marchigiane prevede la realizzazione di una rete di infrastrutture ciclabili, interconnesse tra loro e con il sistema di trasporto pubblico locale, ferroviario e automobilistico. Una rete integrata con parcheggi dedicati, nodi di scambio intermodali, velostazioni, bike officine, punti di informazione cicloturistica e ristoro. L’obiettivo è contribuire a ridurre l’inquinamento, a rilanciare le città, a promuovere una migliore fruizione del territorio dal punto di vista ambientale, paesaggistico e culturale.
Le principali direttrici di sviluppo coinvolgono la litoranea (individuata come Ciclovia adriatica, nell’ambito del progetto nazionale delle ciclovie turistiche) e le dodici vallate regionali attraversate dai fiumi: Foglia, Matauro, Cesano, Misa, Esino, Musone, Potenza, Chienti, Tenna, Ete Vivo, Aso, Tronto. La Regione dispone già di 46,3 milioni (oltre 17 milioni europei del Por Fesr e più di 29 nazionali del Fondo di sviluppo e coesione) che assicureranno la realizzazione di 247 km di ciclabili. Al tratto marchigiano della “Adriatica” sono destinati altri 4,4 milioni di fondi ministeriali. Si sommano ai 6 milioni Por Fesr stanziati dalla Regione con un recente bando che consente di realizzare 58 km di tracciato, coinvolgendo 21 comuni raggruppati in sei progetti.
Nel maggio 2017 la Regione Marche ha aderito al protocollo di intesa con FIAB (esteso alle sette Regioni interessate) per la realizzazione della Ciclovia Adriatica (Itinerario n. 6 di BicItalia). Con questo progetto la Regione amplia la rete di ciclovie interessando tutto il territorio regionale.

Orrori ciclabili. Quando il progettista non sa quello che fa.

In questi anni si assiste ad un fiorire di iniziative per favorire la ciclabilità, dai provvedimenti legislativi – con relativi finanziamenti – alla realizzazione di piste ciclabili in ogni dove. E, come sempre accade, quando arrivano i soldi, nascono anche, come funghi dopo una pioggia di agosto, i pseudo-esperti.

Tecnici che, fino al giorno prima non sapevano neanche cosa fosse una bicicletta, si improvvisano esperti di mobilità ciclistica e di percorsi ciclabili, accaparrandosi anche incarichi ,con risultati, spesso disastrosi.

E così vediamo la pista ciclabile con abbinato il passaggio pedonale e lo stop, che costringe il povero ciclista a fermarsi, comunque, in prossimità di ogni attraversamento, oppure la segnaletica orizzontale di colore blu (giusto per distinguere il percorso), o ancora piste con curve a 90° o interrotte in prossimità di passi carrai e ancora con inizio nel nulla e fine nel niente.

Errori madornali dovuti anche ad una normativa carente e, spesso, inefficace. Ma le regole che esistono dovrebbero essere, quantomeno, applicate!!! Parliamo del Codice della Strada e del relativo Regolamento di Attuazione, ma soprattutto del Decreto Ministeriale N. 557 del 30/11/1999 che riporta il “Regolamento per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili”, regolamento che definisce caratteristiche, dimensioni, pendenze e raggi di curvatura, delle piste ciclabili, piste che, va ricordato, fanno parte della confusa definizione di strada di categoria Fbis –  Itinerario ciclopedonale: strada locale, urbana, extraurbana o vicinale, destinata prevalentemente alla percorrenza pedonale e ciclabile e caratterizzata da una sicurezza intrinseca a tutela dell’utenza debole della strada.

Purtroppo, spesso, la pista ciclabile, è vista come un luogo dove il ciclista occasionale va a spasso, privandola della dignità di infrastruttura per la mobilità vera e propria, infrastruttura che va pianificata, e progettata, con tutti i crismi di legge e con la buona regola d’arte che dovrebbe essere patrimonio di ogni progettista.

Ma, si sa, l’esperto dell’ultima ora ne inventa una ogni momento, per potersi definire più bravo degli altri, e magari si vanta del fatto di uscire in bici, con gli amici, ogni domenica (e quindi di bicicletta ne capisce) e così vediamo nascere, sempre più, percorsi ciclabili dove il ciclista ha paura di avventurarsi, con utilità quasi nulla e, anzi, controproducenti per lo sviluppo della mobilità ciclistica, in quanto alimentano la sensazione di “inutilità” di tali opere.

Che fare? Forse occorre, da subito, all’interno delle università e degli Ordini Professionali, iniziare a formare i tecnici sulle buone pratiche, e sulle regole, della mobilità ciclistica. Perchè non è di esperti che abbiamo bisogno, ma di professionisti preparati.

 di Raffaele Di Marcello