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“Case green”: nella direttiva europea anche l’obbligo di parcheggi per biciclette all’interno degli edifici.

di Raffaele Di Marcello – Centro studi FIAB

Martedi 12 marzo scorso il Parlamento europeo ha approvato con 370 voti favorevoli, 199 contrari 46 astenuti la Direttiva Europea EPBD (Energy performance of building directive) meglio conosciuta come Case green. Dopo un anno di trattative, l’assemblea plenaria ha chiuso il percorso del provvedimento, che ora dovrà ricevere l’approvazione formale del Consiglio e poi andrà in Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore.

La Direttiva, volta a ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030 e pervenire alla neutralità climatica entro il 2050, contiene anche importanti novità per la mobilità ciclistica.

La promozione della mobilità verde – si legge nella Direttiva –  è un elemento portante del Green Deal europeo e gli edifici possono svolgere un ruolo importante nel fornire le infrastrutture necessarie, non solo per la ricarica dei veicoli elettrici ma anche per la ricarica delle biciclette. Il passaggio alla mobilità attiva, come la bicicletta, può ridurre in modo significativo le emissioni di gas a effetto serra prodotte dai trasporti. Alla luce dell’aumento della vendita di biciclette con pedalata assistita elettricamente e di altri tipi di veicoli di categoria L di cui all’articolo 4 del regolamento (UE) n. 168/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, e al fine di agevolare l’installazione di punti di ricarica in una fase successiva, il pre-cablaggio o la canalizzazione dovrebbero essere obbligatori nei nuovi edifici residenziali e, laddove tecnicamente ed economicamente fattibile, negli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti.”

La mancanza di parcheggi per bicievidenzia la Direttiva è un ostacolo serio alla diffusione della bicicletta, negli edifici residenziali e non residenziali. I requisiti a livello dell’Unione e i regolamenti edilizi nazionali possono sostenere efficacemente la transizione verso una mobilità più pulita grazie a disposizioni relative a un numero minimo di posti bici, e la realizzazione di posti bici e delle relative infrastrutture in zone in cui le biciclette sono meno utilizzate potrebbe determinare un aumento del loro impiego.

L’obbligo di assicurare posti bici non dovrebbe dipendere dalla disponibilità e dall’offerta di posti auto, né essere necessariamente collegato ad esse, in quanto in determinate circostanze tali posti auto potrebbero non essere disponibili. Gli Stati membri dovrebbero consentire l’aumento dei posti bici negli edifici residenziali in cui non vi sono posti auto prevedendo l’installazione di almeno due posti bici per unità immobiliare residenziale.”

Una presa di posizione importante da parte dell’Unione Europea che viene maggiormente dettagliato all’art. 14 della Direttiva dove si prevede:

-Per quanto riguarda gli edifici non residenziali di nuova costruzione con più di cinque posti auto e gli edifici non residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti, con più di cinque posti auto, e, entro il 1º gennaio 2027, per tutti gli edifici non residenziali con più di 20 posti auto, una previsione di posti bici che rappresentino almeno il 15% della media o il 10% della capacità totale di utenza degli edifici non residenziali, tenendo conto dello spazio necessario anche per biciclette di dimensioni maggiori rispetto a quelle standard.

-Per quanto riguarda gli edifici residenziali di nuova costruzione con più di tre posti auto e gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti, con più di tre posti auto, una previsione di installazione di almeno due posti bici per unità immobiliare residenziale.

Per “posto bici” si intende uno spazio designato per il parcheggio di almeno una bicicletta.

Gli Stati membri, che dovranno recepire la Direttiva nelle normative nazionali, dovranno assicurare la disponibilità di assistenza tecnica per i proprietari di immobili ed i locatari che intendono installare punti di ricarica e posti bici.

Non resta che attendere l’approvazione definitiva della Direttiva e, soprattutto il suo recepimento nella normativa italiana che, attualmente, prevede parcheggi per biciclette nella Legge 366/98 e nel successivo DM 557/98 di attuazione, anche se non indica espressamente i posti bici all’interno degli edifici, pubblici o privati.

Va evidenziato che, con la Legge 11 gennaio 2018, n. 2 – Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica – si prevede, analogamente a precedenti e successive leggi regionali sulla stessa materia:

– all’art. 5, che il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica, contenga:

(omissis)

  1. f)  gli  indirizzi relativi alla predisposizione delle reti ciclabili urbane ed extraurbane, delle aree di sosta delle biciclette, dei provvedimenti relativi alla sicurezza dei pedoni e dei ciclisti, nonché gli interventi necessari a favorire l’uso della bicicletta nelle aree urbane;
  2. g) la procedura di recepimento degli indirizzi di cui alla lettera f) negli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, nei regolamenti edilizi e negli interventi di costruzione o ristrutturazione degli edifici pubblici, con particolare riferimento a quelli scolastici.

– all’art. 6 che il Biciplan definisca:

(omissis)

  1. n) eventuali azioni utili a estendere gli spazi destinati alla sosta delle biciclette prioritariamente in prossimità degli edifici scolastici e di quelli adibiti a pubbliche funzioni nonché in prossimità dei principali nodi di interscambio modale e a diffondere l’utilizzo di servizi   di condivisione delle biciclette (bike-sharing).

– all’art. 8 che:

  1. I comuni possono prevedere, in prossimità di aeroporti, di stazioni ferroviarie, di autostazioni, di stazioni metropolitane e di stazioni di mezzi di trasporto marittimi, fluviali e lacustri, ove presenti, la realizzazione di velostazioni, ossia di  centri per il deposito custodito di biciclette, l’assistenza tecnica e l’eventuale servizio di noleggio.

(omissis)

  1. I comuni prevedono nei regolamenti edilizi misure finalizzate alla realizzazione di spazi comuni e attrezzati per il deposito di biciclette negli edifici adibiti a residenza e ad attività terziarie o produttive e nelle strutture pubbliche.
  2. In sede di attuazione degli strumenti urbanistici i comuni stabiliscono i parametri di dotazione di stalli per le biciclette destinati ad uso pubblico e ad uso pertinenziale.

Quindi la legge nazionale sulla mobilità ciclistica prevede già che, nei Regolamenti edilizi, sia prevista la realizzazione di spazi comuni ed attrezzati per il deposito di biciclette, in tutte le tipologie di edifici, residenziali o produttivi, ma demanda ai Comuni l’individuazione dei parametri di dotazione del numero di stalli.

La Direttiva europea, ora, fornisce un parametro preciso. Vedremo quali saranno gli effetti.

ComuniCiclabili: consegnate le prime bandiere gialle del 2024

di Redazione 0.1.02.2024

Entra nel vivo la 7a edizione di ComuniCiclabili, l’iniziativa della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta con il riconoscimento per le città a misura di bicicletta. Anche Aosta e Ascoli Piceno entrano nella rete dei Comuni amici della bicicletta.

Sono state consegnate oggi le prime bandiere gialle 2024 della settima edizione di FIAB-ComuniCiclabili, il riconoscimento – già assegnato dal 2017 a oggi a 180 città – che valuta e attesta l’impegno dei territori italiani nel promuovere la ciclabilità come modello di mobilità sostenibile, scelta fondamentale per il buon esito della transizione virtuosa delle nostre città.

Alla cerimonia on line hanno partecipato anche le prime due new entry di questa edizione. Si tratta di Aosta, che conquista un punteggio di 3 bike-smile su un massimo di 5 (e che decreta contestualmente anche l’ingresso dell’omonima regione nella rete dei ComuniCiclabili di FIAB) e di Ascoli Piceno, con 2 bike-smile.

Comuni Ciclabili, una rete in crescita

“La rete dei ComuniCiclabili – dichiara Alessandro Tursi, Presidente FIAB – cresce ancora, grazie al consolidato rapporto di collaborazione e fiducia tra FIAB e amministrazioni locali. Le migliori innovazioni nel nostro Paese arrivano dalle comunità locali che, attraverso la scelta dei propri rappresentanti, esprimono sempre di più il desiderio di cambiare in meglio lo spazio delle proprie città”.

Dei circa quaranta rinnovi consegnati oggi ad altrettanti comuni già presenti nel network, meritano una citazione alcuni comuni. Parliamo prima di tutto di Pesaro, che vede confermato per il settimo anno consecutivo il massimo punteggio di 5 bike-smile e che, grazie all’importante ruolo di Capitale della Cultura italiana 2024, quest’anno potrà essere un esempio per il resto d’Italia anche in tema di mobilità e spazio pubblico. Altro caso interessante è quello di Giulianova (TE) che ottiene la promozione a 3 bike-smile grazie anche all’impegno nell’ambito del progetto della Città 30 più lunga d’Italia: 45 km lungo il litorale abruzzese, attraverso i territori dei 7 comuni teramani dell’ATS Città della Costa.

Entra nel vivo la 7a edizione di ComuniCiclabili, l’iniziativa della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta con il riconoscimento per le città a misura di bicicletta. Anche Aosta e Ascoli Piceno entrano nella rete dei Comuni amici della bicicletta.

Sono state consegnate oggi le prime bandiere gialle 2024 della settima edizione di FIAB-ComuniCiclabili, il riconoscimento – già assegnato dal 2017 a oggi a 180 città – che valuta e attesta l’impegno dei territori italiani nel promuovere la ciclabilità come modello di mobilità sostenibile, scelta fondamentale per il buon esito della transizione virtuosa delle nostre città.

Alla cerimonia on line hanno partecipato anche le prime due new entry di questa edizione. Si tratta di Aosta, che conquista un punteggio di 3 bike-smile su un massimo di 5 (e che decreta contestualmente anche l’ingresso dell’omonima regione nella rete dei ComuniCiclabili di FIAB) e di Ascoli Piceno, con 2 bike-smile.

Comuni Ciclabili, una rete in crescita

“La rete dei ComuniCiclabili – dichiara Alessandro Tursi, Presidente FIAB – cresce ancora, grazie al consolidato rapporto di collaborazione e fiducia tra FIAB e amministrazioni locali. Le migliori innovazioni nel nostro Paese arrivano dalle comunità locali che, attraverso la scelta dei propri rappresentanti, esprimono sempre di più il desiderio di cambiare in meglio lo spazio delle proprie città”.

Dei circa quaranta rinnovi consegnati oggi ad altrettanti comuni già presenti nel network, meritano una citazione alcuni comuni. Parliamo prima di tutto di Pesaro, che vede confermato per il settimo anno consecutivo il massimo punteggio di 5 bike-smile e che, grazie all’importante ruolo di Capitale della Cultura italiana 2024, quest’anno potrà essere un esempio per il resto d’Italia anche in tema di mobilità e spazio pubblico. Altro caso interessante è quello di Giulianova (TE) che ottiene la promozione a 3 bike-smile grazie anche all’impegno nell’ambito del progetto della Città 30 più lunga d’Italia: 45 km lungo il litorale abruzzese, attraverso i territori dei 7 comuni teramani dell’ATS Città della Costa.

della Costa.

pesaro, comuni ciclabili
La Bicipolitana di Pesaro

Dei 35 capoluoghi di regione e provincia già in rete – cui si sono aggiunti Aosta e Ascoli Piceno – hanno ricevuto oggi la valutazione 2024 e rinnovato la propria presenza in FIAB ComuniCiclabili le città di Bari (1 bike-smile), L’Aquila e Lecce (con 2 bike-smile), Torino (3 bike-smile), Piacenza (4 bike-smile), Ferrara e Pesaro (5 bike-smile).

Velo-city 2026, a Rimini il summit mondiale della ciclabilità

Ospite del consueto momento formativo riservato ai ComuniCiclabili FIAB nell’ambito della cerimonia è quest’anno Roberta Frisoni, assessore alla mobilità, urbanistica e trasporto pubblico del Comune di Rimini, città che ha appena vinto la candidatura per ospitare l’edizione 2026 di Velo-city, il più importante summit mondiale sulla ciclabilità organizzato ogni anno da ECF- European Cyclists’ Federation.

Come ricorda Tursi, FIAB ha sostenuto fortemente questa candidatura e avrà un ruolo centrale nella proposta e nel coordinamento dei contenuti di Velo-city 2026 di cui sarà Programme Director. “Dopo anni di impegno congiunto con la città di Rimini, ComuneCiclabile fin dalla prima edizione, riportiamo in Italia, dopo ben 35 anni, Velo-city, il più importante evento al mondo sulla mobilità in bicicletta e lo spazio pubblico – afferma Tursi. “Grazie al partenariato con ANCI ci saranno agevolazioni per favorire la partecipazione dei comuni italiani all’evento. Finora l’Italia si è aperta poco al mondo su questo fronte, pertanto porteremo il mondo in Italia”.

rimini, velo-city
Il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, Jill Warren CEO di ECF, Alessandra Frisoni, assessora alla mobilità, urbanistica e trasporto pubblico di Rimini

Premiato per la sua capacità di orientarsi verso la mobilità sostenibile, trasformandosi in una città vivibile e salutare, il capoluogo romagnolo accoglie con orgoglio l’importante manifestazione di respiro internazionale, che attrae più di 1.500 delegati provenienti da oltre 60 paesi e che si pone come un momento di confronto e scambio di conoscenze per la promozione della mobilità attiva e sostenibile. L’evento riunisce ogni anno tutte le principali figure coinvolte nella definizione di politiche, nella promozione e realizzazione di infrastrutture per la ciclabilità, fondamentali per una vera transizione delle nostre città: dalle organizzazioni che si occupano di advocacy ai decisori politici, dal mondo accademico alle aziende di settore.

Comuni Ciclabili, prossimo appuntamento in primavera

L’edizione 2024 di FIAB-ComuniCiclabili prosegue quindi a pieno ritmo e, in primavera, è già prevista la consegna di altre bandiere gialle. Ricordiamo che l’iniziativa è patrocinata da: Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ECF-European Cyclists’ Federation, ANCI-Associazione Nazionale Comuni Italiani, INU-Istituto Nazionale di Urbanistica, Associazione dei Comuni Virtuosi, ALI-Autonomie Locali Italiane, Città in Bici, World Cycling Alliance e WWF.

Provincia di Vicenza sempre più ciclabile: Piano itinerari ciclabili e contributi ai Comuni (oltre 2 milioni di euro)

Nuovo Piano provinciale della Rete degli itinerari ciclabili,  realizzato in collaborazione con FIAB, e finanziamenti ai Comuni per sviluppare gli itinerari ciclistici individuati dalla pianificazione. Così la Provincia di Vicenza punta a realizzare una rete diffusa per la mobilità in bicicletta ed il cicloturismo.

 

La provincia di Vicenza è sempre più terra per biciclette. Lo testimonia la volontà delle amministrazioni comunali di realizzare itinerari ciclabili e lo conferma la Provincia di Vicenza che ogni anno riserva un fondo per contribuire alla loro realizzazione e progettazione.

Nel 2023 la Provincia ha assegnato ai Comuni 2.114.793 euro tra piste da realizzare e da progettare.

Quasi 2 milioni di euro (1.974.414 euro per la precisione) finanziano 9 interventi in altrettanti comuni. Il più corposo è di certo il percorso ciclabile tra i comuni di Quinto Vicentino, Bolzano Vicentino, Bressanvido, Pozzoleone. C’è poi Chiampo, Isola Vicentina per un tratto della Vicenza-Schio, la passerella sulla pista ciclabile del Guà a Lonigo, l’itinerario 7 a Montebello, il collegamento tra la Val Liona e Sossano nel tratto di Val Liona.

Ammonta a 140.000 euro il fondo che la Provincia ha destinato a progettazioni di piste ciclabili in altri 7 comuni vicentini. Un fondo strategico, perché grazie alle progettazioni i Comuni potranno accedere a bandi regionali, nazionali ed europei.

Sono fondi mirati ad uno sviluppo strategico della viabilità ciclabile nel vicentino -sottolinea il presidente della Provincia di Vicenza Andrea Nardin– contributi che finanziano tratti di percorsi che rientrano nel “Piano provinciale della rete degli itinerari ciclabili”. Se vogliamo che la bicicletta sia davvero un’alternativa alla macchina, dobbiamo far sì che i percorsi ciclabili siano interconnessi tra loro, in una logica che non può essere comunale, ma che si deve sviluppare in maniera razionale su tutto il territorio provinciale e, nondimeno, sovraprovinciale, visto che il vicentino è zona di transito di alcuni tra i principali itinerari cicloturistici a livello nazionale .”

Il Piano provinciale della rete degli itinerari ciclabili (dettagli al link: https://www.provincia.vicenza.it/ente/la-struttura-della-provincia/servizi/ciclabilita ) rappresenta quindi un documento strategico, la base per far crescere l’offerta di percorsi ciclabili nel territorio provinciale che ad oggi conta oltre 2.500 km.

“Per far ciò -sottolinea il consigliere provinciale con delega alle piste ciclabili Moreno Marsetti– è necessario che il Piano sia costantemente aggiornato. Per questo abbiamo invitato a inviare osservazioni e richieste non solo i Comuni vicentini, ma tutti gli stakeholder del territorio, dai gestori delle strade alle unioni montane passando dalle strutture sovracomunali che si occupano di sviluppo del territorio, come le Ipa e le Ogd. E’ fondamentale che il Piano provinciale sia uno strumento di programmazione condiviso e utilizzato da tutti. Rimane inteso, naturalmente, che la Provincia eroga contributi solamente alle piste ciclabili previste nel Piano.”

Il Piano provinciale della rete degli itinerari ciclabili è suddiviso in due distinte sezioni, una di identificazione della rete nel suo complesso e una di carattere più propriamente descrittivo di 14 itinerari (quasi 500 km di percorsi già realizzati) che sono stati ritenuti strategici nell’ambito della rete provinciale e che vengono descritti sia a livello cartografico che in apposite schede raggruppate in un unico fascicolo contenente anche documentazione fotografica.

Il piano è stato predisposto con la collaborazione della Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB).

UNICEF Italia e FIAB, l’accordo per la mobilità attiva e la salute di bambini e adolescenti

Oggi, 4 dicembre, è stato firmato da UNICEF Italia e da FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta l’accordo di collaborazione per promuovere i diritti dell’infanzia legati al tema della salute e della sostenibilità ambientale.

In Italia, infatti, per molti bambini e ragazzi il diritto alla mobilità attiva è limitato a causa di stili di vita tanto consolidati quanto nocivi. Questo diritto è alla base della loro salute attuale e da futuri adulti. UNICEF Italia e FIAB si impegnano quindi a realizzare e implementare attività e iniziative per restituire alle persone più giovani questo fondamentale diritto, a cominciare dalla mobilità attiva a piedi e in bicicletta nei percorsi casa-scuola.

L’utilizzo eccessivo dell’auto privata è uno dei fattori che contribuiscono all’allarmante fenomeno del sovrappeso e dell’obesità minorile, estremamente grave nel nostro Paese, e al contempo è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico, con elevatissime concentrazioni proprio presso le scuole, sia di grandi che piccole città, dove quotidianamente si formano ingorghi di auto negli orari di ingresso e uscita.

UNICEF Italia e FIAB, insieme per diffondere buone pratiche

UNICEF e FIAB mettono poi l’accento sull’importanza di promuovere presso le bambine e i bambini la conoscenza dei mezzi di mobilità sostenibile attiva, in particolare l’utilizzo della bicicletta, sia come strumento di gioco e di emancipazione, sia quale mezzo capace di garantire inclusione e pari opportunità sociali, economiche e di mobilità individuale.

Per questo il primo atto comune sarà la pubblicazione di un pratico manuale di Bicibus e Pedibus, per realizzare percorsi casa-scuola sicuri e divertenti.

La collaborazione rientra nel più ampio programma Sport for Development dell’UNICEF Italia, che ha l’obiettivo di sensibilizzare bambini, giovani e famiglie sui temi del cambiamento climatico e della sostenibilità ambientale attraverso l’attività motoria.

Legge di bilancio: una piccola vittoria dopo le proteste. Salvati 10 milioni di euro dei 94 destinati alla ciclabilità

Dopo le proteste delle ultime settimane arriva un segnale dal governo, parziale ma comunque significativo. Si tratta del nuovo “Fondo per lo sviluppo di ciclovie urbane intermodali”, istituito da un emendamento a prima firma di Sergio Costa, ex ministro dell’Ambiente e attuale vicepresidente della Camera dei Deputati. La legge di bilancio 2023, dopo aver depennato 94 milioni di euro per la ciclabilità, inserisce quindi un piccolo fondo di 10 milioni di euro per le ciclabili urbane.

Tutto questo grazie alle voci del mondo della bicicletta che si sono unite e fatte sentire in maniera compatta. Il coro ha rivolto una richiesta chiara al governo: il ripristino dei fondi tagliati nella legge di bilancio per promuovere la mobilità attiva, la tutela dell’ambiente, la sicurezza stradale. Il messaggio ha attraversato piazze e strade con manifestazioni e pedalate, è arrivato all’interno delle amministrazioni comunali di molte città ed è stato rilanciato dai media, per fare capolino a Roma il 13 dicembre con il presidio davanti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il ruolo di coordinamento assunto delle associazioni, tra cui FIAB, è stato fondamentale sia a livello politico, nel confronto con i parlamentari, sia con i media, per dare rilievo e autorevolezza alla richiesta. Questa risposta del governo, anche se parziale, mette in evidenza che la ciclabilità è un tema cruciale e non può più essere trascurato.

LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO QUI.

Evento formativo 2 dicembre “Il Piano Generale della Mobilità Ciclistica” – Disponibili le registrazioni

Il Piano Generale della Mobilità Ciclistica è stati al centro della formazione di venerdì 2 dicembre programmata via zoom, che ha visto un’ampia partecipazione di amministratori, tecnici e cittadini interessati alle novità contenutenel piano.

Il Piano, approvato nei mesi scorsi, costituisce una pietra miliare nel percorso per rendere l’Italia un paese ciclabile, sia sul fronte urbano sia su quello cicloturistico. Si tratta di un traguardo importante raggiunto anche grazie all’impegno della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta.

Durante l’incontro sono stati approfonditi i contenuti del testo grazie all’intervento di molte persone che hanno contribuito a redigerlo.

Alessandro Tursi, Presidente FIAB, ha moderato l’incontro che ha visto la partecipazione di:

  • Paolo Gandolfi, architetto – Direttore Area Sviluppo territoriale del Comune di Reggio Emilia
  • Andrea Colombo, avvocarto – esperto di mobilità sostenibile, sicurezza stradale e spazio pubblico
  • Raffaele Di Marcello, architetto – Responsabile Centro Studi FIAB
  • Valerio Montieri, architetto – componente Centro Studi FIAB
  • Antonio Dalla Venezia, presidente e coordinatore del Comitato tecnico scientifico Bicitalia FIA

Sulla pagina “scuola di ComuniCiclabili” sono disponibili le registrazioni dei singoli interventi e dell’intero evento.

Giorni complicati per la mobilità ciclistica; proviamo a fare chiarezza insieme

Nella newsletter dell’8 dicembre ripercorriamo quanto accaduto in queste settimane per rimarcare l’impegno portato avanti da FIAB e descrivere il percorso che porta alla manifestazione “Basta morti instrada e basta morti in bici”, fissata per il 13 dicembre a Roma davanti al Ministero dei Traporti.

Sono giorni in cui il confronto tra FIAB e le altre organizzazioni che si occupano di mobilità sostenibile è fitto. Così come lo è il dialogo con le amministrazioni, i rappresentanti politici e i media, per dare segnali forti e chiedere un cambio di passo per la ciclabilità. In questo panorama non è semplice orientarsi anche dal punto di vista delle informazioni e della comunicazione.

Cosa è successo nelle ultime settimane?

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Legge di Bilancio: azzerati i fondi per le ciclabili urbane. Le associazioni: «Scippo a cittadini e Comuni»

A partire dal primo gennaio 2023 il bilancio dello Stato non avrà più un euro per le ciclabili urbane. Il testo della Legge di Bilancio, “bollinato” dalla Ragioneria Generale dello Stato, è arrivato alla Camera dei Deputati, e nella nota integrativa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è purtroppo stato subito notato il taglio totale dei fondi residui. Ma parliamo di cifre per capire quanto cittadini e Comuni perderanno in termini di investimenti sulle ciclabili urbane. Si tratta di 94 milioni di euro per gli anni 2023 e 2024, che erano rimasti nel Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane e non ancora assegnati. Il fondo era stato istituito dalla legge di bilancio 160/2019 (art. 1 comma 47).

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È tempo di un Italia più ciclabile, ecco il dossier redatto anche da Fiab. Firma la petizione

L’Italia investe nell’auto quasi 100 volte più che nella bici: 98 miliardi di euro per il settore automotive e le infrastrutture stradali contro poco più di un miliardo per bonus bici e ciclabili urbane ed extraurbane. Questo senza contare riduzione delle accise e altri sussidi ambientalmente dannosi

Il risultato è che l’Italia, sul piano della ciclabilità, è il fanalino di coda del contesto europeo: le città italiane hanno una media, secondo i dati Istat, di 2,8 km di ciclabili per diecimila abitanti, con grandi disparità territoriali, da zero km in molti capoluoghi del Centro-Sud ai 12-15 km di Modena, Ferrara, Reggio Emilia, considerando i chilometri medi, superiori, di Helsinki (20 km/10.000 abitanti), Amsterdam (14 km/10.000 abitanti) o Copenaghen (8 km/10.000 abitanti).

L’Italia, con l’Unione Europea, si è impegnata a ridurre le proprie emissioni climalteranti del 55% entro il 2030. Per farlo è essenziale decarbonizzare rapidamente il settore dei trasporti, che è oggi causa di quasi un terzo delle nostre emissioni di CO2, ma senza rendere le nostre città davvero ciclabili riuscirci sarà molto più difficile.

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Mobilità. Le Regioni indicano le priorità.

Nella seduta del 24 ottobre 2022 la Conferenza delle Regioni ha approvato le proposte strategiche da sottoporre al nuovo Governo. Tra queste diverse riguardano la mobilità e viene citato anche il Piano Generale della Mobilità Ciclistica e viene chiesta l’istituzione, presso il MIMS, una struttura organizzativa che si occupi di infrastrutture ciclabili a livello nazionale e dell’attuazione del PGMC ai sensi della L 2/2018

di Raffaele Di Marcello – Centro Studi nazionale FIAB

Nel documento della Conferenza delle Regioni del 24 ottobre sono state approvate le “Proposte strategiche delle Regioni e delle Province autonome per i prossimi provvedimenti legislativi della nuova legislatura e sulla legge di bilancio dello Stato 2023-2025“.
Il documento si suddivide in diverse tematiche, fra queste anche quelle relative a Governo del territorio, mobilità e infrastrutture.
Di seguito i temi prioritari relativi alla mobilità, che sono stati evidenziati dalla Conferenza delle Regioni al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Governo e ai suoi Ministri per le competenze d’interesse:> TPL – Risorse straordinarie per la compensazione mancati introiti tariffari 2021 – 2022: si ricorda che il Fondo ad hoc istituito al fine di far fronte al crollo degli introiti tariffari conseguente alla crisi sanitaria ex-Covid, ad oggi, copre integralmente solo i mancati introiti registrati dal 23 febbraio 2020 al 31 gennaio 2021, pari a circa 1,6 miliardi di euro. Ciò premesso, si ribadisce la necessità di una copertura integrale dei mancati introiti tariffari 2021-2022 (gennaio-marzo) e di regolamentare o, in subordine, di fornire un parere sul tema dell’attribuzione del rischio. Il Governo aveva fornito rassicurazioni sulla copertura dei minori ricavi da tariffa alla stregua di quanto accaduto per il 2020. Al momento non risultano esserci iniziative nazionali in ordine a questa criticità. (stima 950 milioni di euro per il solo 2021).

Maggiori costi energetici /carburanti

Le aziende hanno registrato impennate anche importanti dei costi energetici e carburanti. Il fondo, di cui all’art. 9, comma 1, del DL 115/2022, nonostante l’incremento previsto nel DL Aiuti ter, (in totale 140 milioni di euro) è assolutamente insufficiente, aggirandosi il reale fabbisogno del settore intorno alla cifra di circa 400 milioni di euro.

D’altro canto, i contratti di servizio prevedono un adeguamento del corrispettivo al tasso di inflazione programmato che si traduce in una spesa obbligatoria per le Regioni e Province autonome.

Tavolo di confronto permanente con MIMS-MEF sull’attuazione investimenti: richiesta di istituire un tavolo tecnico- politico permanente, che operi anche mediante tavoli tematici, volti al monitoraggio dello stato di attuazione degli interventi finanziati con risorse del PNRR, del Fondo complementare e di fondi nazionali e alla soluzione delle difficoltà registrate.

Piano generale della mobilità ciclistica (PGMC): soluzione normativa delle principali criticità, già segnalate in sede di intesa, relative al tema della proprietà e gestione della rete ciclabile; istituzione di un fondo di rotazione da destinare alle Regioni per la progettazione delle ciclovie nazionali; istituire presso il MIMS una struttura organizzativa che si occupi di infrastrutture ciclabili a livello nazionale e dell’attuazione del PGMC ai sensi della L 2/2018.