Primo Maggio: “Ho il diritto di andare al lavoro in bici”. Per FIAB il bike to work deve essere un diritto di tutti i lavoratori

Primo Maggio: “Ho il diritto di andare al lavoro in bici”. Per FIAB il bike to work deve essere un diritto di tutti i lavoratori

FIAB augura a tutti una buona festa del Primo Maggio. E lo fa ribadendo il diritto di tutti i lavoratori a poter scegliere, tra i mezzi di trasporto, anche quello più efficiente, veloce e intelligente per andare in ufficio, in azienda o in fabbrica. Secondo la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta la bici (e la mobilità attiva in generale) deve diventare anche in Italia una opzione alla portata di tutti negli spostamenti quotidiani, a cominciare da quelli casa-lavoro.

Sono trent’anni che FIAB si batte per questo. La maggior tutela dei pendolari in bicicletta è oggi garantita anche grazie alle battaglie storiche della Federazione: dalle ciclabili via via più diffuse all’intermodalità bici+treno, che in alcune Regioni permette ai ciclisti il trasporto gratuito della due ruote, fino al riconoscimento dell’infortunio in itinere, un diritto oggi finalmente acquisito grazie a FIAB, che è riuscita a far estendere la tutela INAIL anche ai ciclisti in caso di incidenti nel tragitto casa-lavoro.

Ma nella Festa del Primo Maggio vogliamo ricordare anche le criticità con cui ogni giorno ancora in troppi devono confrontarsi. Criticità che rappresentano nel concreto ostacoli alla diffusione della mobilità attiva in Italia: dai molti percorsi ancora poco sicuri, alla mancanza di attrezzature nella gran parte delle azienda, passando per una politica del trasporto integrato bici+treno che sembra a volte fare addirittura passi indietro (molti ascensori delle stazione di recente vietati alle bici; stalli bici sui nuovi treni regionali più scomodi che in passato, probabilmente per cercare di contrastare il costante aumento dei passeggeri con bici per incapacità a gestirlo).

FIAB vorrebbe festeggiare un’Italia che tutela i lavoratori e li rende finalmente liberi di poter scegliere il pendolarismo in sella, con tutti i suoi numerosi e innegabili vantaggi, sia  personali,  dal benessere psicofisico al risparmio sul carburante (e sui costi generali di un’auto), sia collettivi. Perché bicicletta significa anche città meno congestionate e inquinate, oltre che lavoratori più sani (sono quelli con meno giorni di malattia), motivati e persino più produttivi. In una parola: felici. Concetti che ribadiamo ogni anno durante le nostre campagne a sostegno del bike to work per far pedalare più persone possibili, coinvolgendo quelle aziende che, dati alla mano, hanno capito quanto la bicicletta faccia bene tanto ai lavoratori quanto ai bilanci. Portiamo l’esempio di quelle imprese, poche ma in costante aumento, che offrono ai dipendenti parcheggi bici protetti, spogliatoi e docce, incentivano l’acquisto di biciclette e gli spostamenti in bici con bonus in denaro o in ferie premio.

Festeggiamo il Primo Maggio, infine, ricordando quanto i tragitti casa-lavoro imbottigliati nel traffico siano di fatto degli straordinari non pagati oltre che improduttivi. Secondo la ricerca annuale di IWG, in Italia 4 lavoratori su 10 vivono i viaggi quotidiani come la parte peggiore della giornata. Il 34% degli intervistati li ritiene parte della giornata lavorativa, non tempo libero. La Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta continuerà a impegnarsi affinché sempre più lavoratori abbiano l’opportunità di trasformare il percorso casa-lavoro da condanna da subire a occasione per vivere in modo pieno e migliore le proprie giornate.

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